I primi quattro principi base, per la tua crescita personale.
Questo articolo è il secondo della categoria: "Il mio percorso", spero che tu abbia già iniziato a leggermi dal primo articolo, di cui ti lascio il link.
Visto e considerato che siamo dentro un percorso, vorrai sicuramente seguirlo dall'inizio.
Alla fine del primo articolo ti ho raccontato l'episodio dei due gemelli, figli di un padre violento e dedito al crimine. Se non la ricordi, puoi andare a rileggerla, comunque la riassumo brevemente anche qui:
"Due fratelli gemelli, che chiameremo il primo Davide e il secondo Simone, ebbero la loro infanzia e adolescenza, permeata da episodi di violenza domestica e ogni sorta di umiliazioni estenuanti, generate dalla mente del padre.
I due Fratelli dopo la morte della madre ormai vedova, si separarono e non si videro più per anni.
Da adulti, uno dei due fratelli, Davide, era praticamente come il padre: Criminale, viveva in un caravan ai margini della società, si sposò, ebbe due figli. Ma non vedeva ne la moglie, ne i figli, da diverso tempo.
Mentre l'altro Simone, diventò un Giudice rispettato e amato, per il suo senso di giustizia. Viveva in una splendida tenuta, circondato da figli, nipoti e una bellissima moglie, che lo amava alla follia."
Ogni uno dei due fratelli aveva una frase, che era diventata il mantra della propria vita, il primo, Davide diceva:
-"Non posso che incolpare mio padre per la vita disagiata che ho fatto".
In questa frase c'è tutto ciò che di più negativo, ci può essere per la propria crescita personale.
Mentre il secondo gemello, Simone, era solito ripetere:
-"Devo ringraziare mio padre, se ora ho questa fantastica vita".
Come ho già detto nello scorso articolo, con questo mantra, Simone non poteva che raccogliere tante benedizioni e abbondanza.
Da queste frasi possiamo imparare i primi 4 principi fondamentali della crescita personale, che come ho promesso nello scorso articolo, ora andremo a conoscere uno alla volta.
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Parlare in positivo.
Questo primo principio lo possiamo imparare meglio, dalla frase del primo fratello.
Certo anche dalla sua frase c'è da imparare. Cosa si può imparare da un uomo come lui? Ovvio si impara a comportarsi in maniera diversa, perché sapiamo che il suo comportamento è nocivo.
La sua frase inizia con un bel "Non". Questo porta tutto il resto del pensiero a essere negativo, non ci sono scelte, qualunque parola ci sarebbe stata dopo quel "non", avrebbe avuto il potenziale di creare danni alla personalità dell'individuo.
Il nostro subconscio è uno strumento perfetto, ma come qualsiasi strumento bisogna imparare a usarlo. Forse non c'è l'hanno insegnato i nostri genitori, ma possiamo imparare a farlo ora da adulti.
Una delle prime cose da imparare su nostro inconscio, è che non è in grado di riconoscere le negazioni, non le recepisce.
Quindi se tu dentro di te, dici ad' esempio ripetutamente: "non vorrei mai subire un furto", in realtà lui capisce: "vorrei subire un furto". Le parole "Non" e "Mai" il subconscio non le riconosce, è inutile che gliele diciamo.
Anzi è pericolosissimo, specialmente se non abbiamo una forte coscienza, specialmente se le usiamo in momenti dove siamo deboli, tristi o in fase up.
Rischiamo di dare dei comandi al nostro inconscio che in realtà sono tutto il contrario di ciò che vogliamo o pensiamo.
E' semplice, vuoi eliminare la negatività dalla tua vita? Inizia a togliere le negazioni da ciò che ti ripeti di continuo! Inizia a togliere le negazioni quando parli a te stesso o te stessa, dopo di che abituati a farlo anche quando parli con gli altri, imparando a usarne sempre il meno possibile.
Ciò comporterà anche un buon allenamento per la consapevolezza, visto che dovrai prestare attenzione alle parole da scegliere, per non cadere in negazioni.
Se dici dentro di te: "voglio smettere di fumare" o "Non voglio più fumare" stai in realtà comunicando al tuo inconscio: "voglio fumare" o "voglio fumare di più".
Dovrai cercare altre frasi, da dirti quando ti verrà voglia della sigaretta, come: "Voglio vincere il vizio del fumo" o "Sono più forte del fumo".
Allora si, questi messaggi verranno prontamente recepiti dal tuo subconscio, che finalmente capirà cosa vuoi, e si metterà in moto per aiutarti a realizzarlo.
Il Giudice Simone invece, inizia la sua frase, con un perfetto "Devo". Quanta positività c'è in questo verbo?
Prova ad' aggiungere una negazione in una frase, che inizia con la parola "Devo". E' difficilissimo, il verbo "dovere fare" implica per forza un senso compiuto di positività responsabile, infatti il secondo principio è...
Senso di Responsabilità.
Davide dà tutta la colpa della sua orribile vita, al padre. Lui non se ne prende responsabilità, dice: "Non posso che incolpare mio padre per la vita disagiata che ho fatto".
L'importanza del senso di responsabilità, nella crescita personale, va ben oltre quello che ci impone l'etica morale o civica della società in cui viviamo.
Diversamente non aspireremo a diventare grandi persone, ma persone qualsiasi.
Crescita personale significa anche questo: Fare la differenza, essere d'esempio per gli altri, essere un faro che illumina il percorso delle altre persone.
Non va abbastanza in profondità, nemmeno il senso di responsabilità, che ci insegna, chi studia i testi considerati da alcune persone sacri, come possono essere: Il Talmud, la Bibbia o il Corano.
Infatti in molte circostanze della mia vita, il mio senso di responsabilità, è andato ben oltre l'ubbidire ai concetti impartiti dai pastori della mia religione natia.
La spiritualità individuale, coglie sicuramente il significato più profondo della parola "Responsabilità". Ma qui in crescita personale, ci limiteremo al suo aspetto più pratico.
Nella crescita personale, usiamo il senso di responsabilità, per allacciare ancora una volta (come nel caso della positività) un giusto rapporto con il nostro inconscio.
La spiritualità ci fa capire che noi siamo la causa della nostra vita, la crescita personale ci insegna che: Prendendoci in pieno la responsabilità della nostra vita, ci diamo finalmente una possibilità, se capiamo e pensiamo di essere la causa di qualsiasi problema si manifesti nella nostra vita, allora ci stiamo dando una possibilità, se siamo noi la causa, noi possiamo agire sulla causa e quindi sul problema.
In effetti è cosi, siamo noi la causa della nostra vita, visto che momento per momento, abbiamo la possibilità di fare un incredibile numero di scelte. Ad' iniziare dalla scelta di ciò che pensiamo, che poi questo pian, piano trasforma la nostra realtà, visto che il pensiero ripetuto, si trasforma presto in azione. Questi pensieri è essenziale che siano almeno positivi, come abbiamo visto nel primo principio.
La vera responsabilità, è verso noi stessi: E' causa tua quando permetti alla negatività di entrare nel tuo inconscio, e lei attira guai e problemi di ogni genere.
Ed'è merito tuo quando invece lo proteggi e fai in modo di parlargli nel modo giusto, per comunicargli le tue reali intenzioni.
La responsabilità è anche data dai poteri, che si acquisiscono nel percorso di crescita personale.
Come dice il supereroe Spider-man: "Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità". Ed' è proprio vero, ti accorgerai, essendo sempre più cosciente delle tue possibilità di scelta, che molte tue azioni potranno essere necessarie, per un bene molto più grande di quello che ti aspetteresti in questo momento.
E allora si avrà la responsabilità di intervenire, per compiere l'azione necessaria, come è il caso di Simone, il gemello diventato Giudice.
Sente la responsabilità di dover ringraziare il padre, e nel frattempo compie anche l'azione, dicendo: Devo ringraziare mio padre, se ora ho questa fantastica vita. Introducendoci anche nel terzo insegnamento che è appunto la Gratitudine.
Mostrare Gratitudine
Nel racconto, descrivendo la vita di Simone ho voluto esagerare, anche se sono andato fuori dalla realtà, non mi interessa, il racconto dei due gemelli, serviva per darci un filo conduttore. Per questo la vita di Simone non poteva essere una vita qualsiasi.
Era riuscito non'ostante una partenza apparentemente, molto svantaggiata per la norma, a conquistare tutto ciò che voleva.
Aveva imparato a essere positivo, a prendersi la sua responsabilità e questo probabilmente, lo ha portato a pareggiare il suo livello con tante altre persone.
Ma lui era un Giudice, non un Avocato. Era un Giudice rispettato, non uno qualsiasi. Aveva una magnifica tenuta, non un bell'appartamento. Dei figli, nipoti, una moglie che lo amava...
Lui aveva la marcia in più, aveva imparato la formula magica, l'aveva applicata anche nei confronti di una persona orribile come il padre, riuscendo a trovare i motivi per dirgli grazie e sconfiggere il suo influsso negativo.
Non vorrei che la parola " formula magica" ti facesse scappare da questo articolo, visto che in questo canale del Blog, ti ho promesso concretezza assoluta.
Allora a breve ti spiegherò il perché la gratitudine è cosi importante, da poter essere considerata magica.
Quando Gesù, ci ha raccomandato di mostrare gratitudine al padre nostro, si riferiva al padre nostro che sei tu stesso o tu stessa, quando avrai raggiunto il massimo della grandezza, che puoi raggiungere.
L'unico canale che hai, per dialogare con questo tuo o tua Iper-te, è il subconscio.
Quindi è a lui che devi far capire la tua gratitudine.
Certo è difficile ringraziare nei momenti di sventura, o addirittura le persone che ci hanno fatto soffrire, ma ricordati che la gratitudine è sempre in primis verso noi stessi. Visto che la stiamo usando come mezzo di crescita personale, dobbiamo ringraziare noi stessi per aver avuto una possibilità di crescita attraverso quella persona o episodio spiacevole.
Ma cosa rende la parola "grazie" veramente una formula magica?
Anche qui entrano in gioco le funzionalità del nostro inconscio.
Chi ha studiato o semplicemente compreso per intuizione, come Gesù, il modo in cui l'inconscio percepisce la realtà e come la rispecchia. Sa che esso ci crea o ci modella in base a ciò che pensiamo di essere, e ci mette a disposizione o ci procura ciò che pensiamo di avere.
Essendo abituato a sentirci ringraziare quando siamo o quando abbiamo, possiamo ancora una volta variare il comportamento e le reazioni del nostro inconscio.
Ad'esempio: Ringraziando di essere persone coraggiose, anche se abbiamo paura o ringraziando per la salute che abbiamo, anche se siamo malati.
Il nostro inconscio troverà delle incongruenze fra ciò che pensiamo e la sua realtà. allora si adopererà per rimettere le cose apposto per ciò che lo riguarda, dandoci coraggio nei momenti di paura, o facendo ciò che gli è possibile, per riportare la salute fisica nel nostro corpo, quando c'è la malattia.
Vivere nel presente
L'ultimo insegnamento che traiamo dalla storia dei gemelli, è forse il più importante. In un certo senso lo è di certo, ma ancora una volta dovrei andare a toccare la sfera spirituale, quindi rimaniamo alla sua importanza nella crescita personale, che fa del momento presente, ne più e ne meno, di uno strumento utile a migliorare noi stessi.
Il primo gemello, Davide, finisce la frase al passato:
"Non posso che incolpare mio padre per la vita disagiata che ho fatto", anche se sappiamo, che nemmeno la sua vita presente fosse eccezionale.
Ma lui non la vedeva nemmeno, era totalmente invischiato nel liquame secerso dalla mente del padre, era perennemente bloccato nel passato, e nemmeno una domanda sul adesso, poteva riportarlo al presente.
Nel passato c'era dolore, c'era violenza, c'era rancore e lui lo aveva completamente assimilato dentro.
Davide fra se si vedeva ancora quel bambino succube del padre, e il suo incoscio gli rispecchiava quella realtà al momento presente.
Quando rimaneva invischiato nel suo passato, sicuramente una ragnatela di pensieri e emozioni si scatenavano in lui, può darsi si diceva: "Mio padre mi pestava per bene", e il suo subconscio capiva: "mio padre mi pesta per bene", andando a ricreare nel presente, quel dolore emozionale, e energia negativa che aveva già vissuto nel passato.
Il padre era morto da anni, e comunque sia, Davide ormai era adulto.
Sarebbe bastato che tornasse al momento presente, guardasse la realtà della propria vita, e iniziasse a prendersene la responsabilità. E' questo il potere del momento presente, ci dà la possibilità di fare una scelta ogni volta che lo vogliamo, basta controllare i pensieri, se i nostri pensieri sono genuini, la scelta avrà risultati positivi.
Ma le scelte devono essere operate al presente, perché questo è l'unico tempo che il nostro inconscio capisce.
Cosa che era ben chiara nella mente del Giudice Simone, infatti la sua frase tipo, inizia e finisce al presente, con un bel: "Devo ringraziare mio padre, se ora ho questa fantastica vita".
Ancora una volta il momento presente diventa null'altro che una regola per comunicare con la nostra submente.
Non è necessario diventare un discepolo Zen per questo.
Anche se la conoscenza del momento presente, può attrarre come una calamità, una volta che si assaggia il suo sapore. E allora sarai tu a ricercare disperatamente un maestro, per insegnarti a rimanere in quel exstasi di pace e quiete.
Ma qui ci limitiamo al suo aspetto più pratico, cioè instaurare un dialogo corretto con il nostro inconscio, per far si che lui si allinei alla nostra volontà.
Anche il futuro ci allontana dal nostro inconscio, in quanto ci allontana dal presente. Simone il Giudice, non ringraziava per la vita che avrebbe avuto nel futuro, anche se poteva apparire rosea, ma ringrazia per quella che ha nel presente.
Se rivolgiamo le nostre aspirazioni al futuro, se desideriamo di avere nel futuro, se ringraziamo se, nel futuro saremo o avremo, il nostro inconscio non si applicherà mai per aiutarci a raggiungere quei traguardi, perché lui è sempre nel presente e quindi non potrà mai esaudire i tuoi desideri futuri.
Se vorrai essere o se vorrai avere, l'unico modo per comunicarlo al tuo inconscio e avere il suo aiuto, è quello di fargli sapere che tu sei o che tu hai quello che vorresti essere o quello che vorresti avere, anche se non lo sei ancora, anche se non lo hai ancora, non fa nulla, tu digli cosi.
Immagina il tuo inconscio come un bambino pieno di poteri, è normale per un adulto diminuire la sua logica, quando si rivolge a suo figlio, deve adeguare il suo linguaggio alla sua dimensione mentale.
Tu hai l'esperienza di questa banale realtà, tu puoi capire come stare in mezzo agli altri, come ci si comporta a tavola, a letto, al club, a lavoro. Il tuo inconscio no! E ha il potere di combinare dei gran casini quando meno te l'ho aspetti, in ogni sfera della tua vita quadrimensionale se non impari a conoscerlo.
E' tua la responsabilità di educarlo, visto che è parte di te, io ti sto solo dando una mappa per imparare la sua lingua.
Per ora puoi iniziare ad'addestrarti, a prestare attenzione ai tuoi pensieri e al tuo vociferare interno, ti lascio gli ultimi quattro consigli per fare tesoro di questo articolo:
°Nota quando hai negatività e trasforma quella frase in positivo.
°Smetti di incolpare gli altri e individua solo le tue responsabilità.
°Ringrazia per ciò che hai, ricorda che la ricchezza economica, la salute fisica, il potere, sono tutte cose relative.
° Vivi nel presente, parlati al presente, non sprofondare nella malinconia del passato, e nemmeno nell'illusione del futuro.
Ti auguro di iniziare a Prenderti la responsabilità di togliere la negatività e portare la positività nella tua vita, dicendo grazie per ciò che sei o ciò che hai nel presente.