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Articolo del Blog

Il Fratello cavallo di Kuda Ja


Non molto tempo fa in un villaggio nel lontano Est, viveva un uomo definito da alcuni saggio e da altri pazzo, ma tutti lo chiamavano Kuda Ja.

"Kuda da quelle parti significa cavallo e probabilmente Ja, era il diminutivo di Raja inteso come Re".

Questo saggio-pazzo, era un uomo ormai avanti negli anni, anche se il suo fisico era ancora sano e forte. La cara moglie era morta dando alla luce il loro unico figlio, che ora era un ragazzino di circa 14 anni.

In quest'epoca della sua vita, Kuda Ja era molto povero, il più povero del villaggio. Aveva un piccolo orto, e da li prendeva tutto ciò che serviva per il sostentamento suo, di suo figlio e del suo magnifico cavallo.

Infatti il nome Kuda Ja, quindi Re Cavallo, gli veniva conferito da quando aveva trovato nei boschi, un giovane puledro figlio di cavalla e di cavallo, che crescendo diventò il quadrupede più bello che si sia mai visto da quelle parti, secondo ciò che la gente di quei posti possa ricordare.

Era talmente magnifico che i più ricchi abitanti, prima del villaggio e poi della capitale, fecero al nostro saggio-pazzo le offerte più assurde, per appropriarsi di cosi tanta bellezza e potenza.

Anche l'Imperatore cercò di entrare in trattativa, con Kuda Ja: Gli offri una delle sue figlie come nuora, promettendogli il suo villaggio di nascita e il castello più vicino come feudo, in cambio di quella fantastica creatura.

Ma la risposta di Kuda Ja era sempre la stessa:

-Io non posso darti ciò che non mi appartiene, lui è un essere libero, sta con me perché ci vuole stare, nessuno lo obbliga, è mio amico, mio fratello, non ha nessun prezzo, non è in vendita.

Kuda Ja aveva allevato questo stallone, come se fosse un suo fratello minore.

Gli montava in groppa, ma sempre senza sella e senza briglie, il cavallo aveva cura di non disarcionarlo e di andare dove Kuda Ja, lo indirizzava benevolmente con il peso del proprio corpo. Gli preparò una stalla riparata e confortevole, ma la porta aveva un chiavistello, che Kuda Ja aveva costruito in modo che il cavallo, potesse aprirlo quando gli andava di uscire a correre nei prati, durante il giorno e chiuderselo alle spalle, quando voleva sentirsi al sicuro per riposarsi e rigenerarsi, durante la notte.

Una mattina anomala

Una mattina all'alba, Kuda Ja andò come faceva ogni giorno già da 3 anni, a servire il suo amico nella stalla: A portargli qualche ortaggio e della biada, a sostituirgli l'acqua dell'abbeveratoio e a dargli una bella spazzolata al suo splendido manto. Questa mattina però in maniera insolita, lui non era li ad' aspettarlo. Passò tutta la giornata, poi la sera, e l'animale iniziava a far sentire la sua mancanza.

Generalmente vagava indisturbato per le campagne circostanti del villaggio, quando non era nella stalla, ma quel giorno nessuno lo vide e allora iniziarono a farsi vivi i primi curiosi a casa del nostro saggio-pazzo, per chiedere notizie della star del villaggio.

Saputa la notizia del giorno e cioè che il fantastico cavallo, mancava dal mattino.

La maggioranza dei paesani inizio a inveire nei confronti di Kuda Ja, frasi di annullamento della personalità, del tipo:

-Che sfortuna, ora si che sei nei guai.

-Avresti dovuto cederlo all'imperatore, quando ti ha proposto di diventare nostro Lord, sei stato un folle a non accettare.

-La tua unica fortuna è andata persa, te la sei lasciata sfuggire come se nulla fosse.

Kuda Ja li guardo con stupore e rispose:

-Come fate a parlare di sfortuna? siete forse in grado di prevedere il futuro?

-Come potete dire se una scelta che non ho fatto, sarebbe stata meglio di quella che invece ho fatto? non essendo quella scelta stata fata, non si è concretizzata nella realtà e quindi non avete termini di paragone per giudicarla: bene o male.

-Io so solo che stamattina quando sono andato nella stalla del mio fratello cavallo: Lui non era li, ora il sole è tramontato e lui non è ancora tornato. Ma non so altro, non posso giudicare la realtà, non posso sapere se questa, è per me una fortuna o una sfortuna.

I compaesani e tutti i curiosi, se ne andarono brontolando frasi, che lasciavano intendere tutt'altro che comprensione verso le risposte di Kuda Ja.

Il grande ritorno

Passarono esattamente altri 5 anni da quel giorno. Oramai Kuda Ja non era più tanto in forze, ma suo figlio era diventato un ragazzo in buona forma fisica e volenteroso, quindi riuscivano comunque a seguire l'orto e a vivere in buona armonia.

Questa mattina, mentre uscivano di casa per andare verso il loro campo, dalla curva della collina, videro spuntare la loro magnifica creatura.

L'animale dopo aver fatto qualche giro di ricognizione, punto dritto verso il suo vecchio amico Kuda Ja, in lontananza l'anziano e suo figlio sentirono anche altri zoccoli, infatti ecco ché dietro lo stallone spuntarono altre 7 creature, quasi altre tanto belle.

Lo stallone era andato a crearsi il suo branco, quelle erano le sue giumente. Si erano affidate a lui in quei 5 anni, e dietro di loro c'erano 9 puledri già in forze e trotterellanti allo stesso passo delle madri.

Quasi come se fossero guidati telepaticamente dallo stallone, le giumente e i loro puledri, lo seguirono al galoppo, poi sempre più rallentando, fino ad'allinearsi davanti a Kuda Ja e al suo figliolo, che guardavano questa scena mozzafiato con occhi pieni di lacrime per la commozione.

Dopo un periodo di stupore e meraviglia Kuda Ja, diede subito indicazioni al figlio per occuparsi della salute di tutti gli animali. Quindi si diedero da fare, per controllare se non avessero qualche ferita evidente o segni di debolezza datti da qualche malattia.

Ovviamente tutto quel frastuono di scalpitii e nitriti, fu udito da chiunque del villaggio, fosse sano di orecchie, ecco che allora iniziarono a sopraggiungere i primi curiosi.

Tutti i cavalli erano nella piccola proprietà di kuda ja.

Il mitico stallone, guardava gli estranei accorsi a guardare lo spettacolo, con aria di sfida e sbuffava, sbattendo i possenti zoccoli nel terreno, se qualcuno provava ad' avvicinarsi più del dovuto ai suoi affezionati fratelli, mogli e figli.

La folla stava lontano da quel cavallo, figlio del tuono. Meravigliati e sgomenti da tanto splendore, ancora si rivolsero a Kuda Ja.

Sta volta in tono di ammirazione e benevolenza gli dissero:

-Questa si che è una fortuna.

-Come facevi 5 anni fa a sapere che sarebbe tornato, portandosi dietro la sua progenie e queste meravigliose giumente?

-Tu sei un uomo saggio e noi siamo degli stolti.

Kuda Ja di nuovo meravigliato dalle loro parole, li guardo con compassione.

Mentre cercava di tranquillizzare il suo fratello animale, dal carattere dominante e focoso, disse:

-Ancora non avete capito, io non so nulla. Non so se questa è fortuna o sfortuna, come non lo sapevo 5 anni fa, quando lui se ne andò...

-Io so solo che 5 anni fa lui se ne andò. Ora so che è tornato e con lui ci sono queste 7 magnifiche cavalle, con i loro puledri.

Finché vorranno stare nella mia proprietà, io e mio figlio li accudiremo e li tratteremo come abbiamo sempre fatto con il loro Capobranco.

-Io non sono ne saggio, ne stolto. Semplicemente osservo la realtà dei fatti e la espongo a voi, che non riuscite a vederla.

Il morso del serpente

Passarono altri 3 anni e avvenne un altro episodio, che spinse i curiosi del villaggio, cioè tutti quanti gli abitanti e no, a ficcare la loro energia mentale, nella vita di Kuda Ja.

Oramai il figlio aveva preso la situazione in mano. Era riuscito a creare una fonte di abbondanza finanziaria con l'aiuto dei cavalli, che erano sempre più numerosi e simili in bellezza e potenza al loro capostipite.

Rispettando la fratellanza che lo univa a questi animali: Il figlio di Kuda Ja, inizio a portarli in giro nelle fiere e mostre equine, dove ovviamente vincevano tutti i premi disponibili.

Dopo ogni mostra, tutti gli allevatori presenti, pagavano fior di monete per far ingravidare le proprie bestie dal seme di quegli stalloni. Mentre le cavalle, si divertivano ad' insegnare ai bambini e alle bambine a starle in groppa, visto che erano di una mansuetudine e dolcezza unica.

Ma quel giorno mentre Kuda Ja figlio, era nelle campagne in groppa a uno dei puledri. Spunto fuori dal nulla un serpente che morsico il povero cavallo nel garretto, facendolo crollare a terra.

Il giovane ragazzo cerco di sorreggere il suo amico equino, controbilanciandosi dall'altra parte per impedirgli di avere un forte urto con il terreno.

Ma questo non fecce altro che potenziare l'effetto colpo di frusta, che lancio il ragazzo per aria facendolo atterrare al suolo con una botta spaventosa.

Rimase li immobile, con tutte due le gambe rotte dall'urto, finché non accorsero dei contadini che avevano visto tutta la scena. Lo raccolsero e lo portarono di peso dal guaritore del villaggio.

Appresa la notizia Kuda Ja si dispiacque tantissimo, per la situazione di dolore in cui si trovava il figlio. Cmunque c'era poco da fare, il ragazzo venne riportato a casa la sera stessa, con una rudimentale seggiola a ruote.

Ecco che a questo punto iniziarono a giungere i primi curiosi. Cominciarono subito a mostrare il loro dispiacere a Kuda Ja e al suo figliolo, il cordoglio era accompagnato dalle solite frasi di circostanza.

Con queste alcune persone riconoscerono a Kuda Ja la sua saggezza, diccendogli:

-Che sfortuna, avevi ragione tu 3 anni fa a non esultare, quando il tuo stallone rientrò, con le sue giumente e i loro puledri.

-Come facevi a saperl...

Kuda ja stanco dalla giornata movimentata, cordialmente li interruppe e li invito tutti a tornare sotto i loro tetti.

Dopo di che una volta rimasto solo con il figlio, assicuratosi che stesse bene e avesse tutto il necessario, si rivolse con lo sguardo al ragazzo.

Lui prima che Kuda Ja potesse aprire bocca, gli disse:

-Tranquillo Padre, lo so: Questa non è, ne una fortuna e ne una sfortuna. Sono caduto da cavallo e mi son rotto tutte due le gambe, per ora dovrò viaggiare su questa sedia, ma non posso sapere se è fortuna o sfortuna.

Kuda Ja con un dolore forte nel petto, sorrise al figlio e gli rispose:

-Tu figliolo, qualsiasi cosa succeda, sei la mia fortuna.

La guerra è alle porte

Ancora 5 anni dopo. Ormai kuda Ja era prossimo agli 80 anni, il figlio aveva per lo meno ripreso a deambulare con le stampelle.

Gli affari andavano bene: Gli assistenti dei Kuda erano ben pagati e facevano ancora meglio il loro lavoro, visto che avevano la possibilità di lavorare con i cavalli più belli del mondo conosciuto, e inoltre imparavano un nuovo modo di relazionarsi con questi animali, grazie ai Kuda Ja.

In questo periodo le situazioni politiche con un regno vicino, si erano fatte aspre. L'imperatore del villaggio dei nostri amici, decise di schierare il proprio esercito al fronte.

Cosi chiamò tutti i giovani del suo regno capacitati a combattere, nel villaggio dei Kuda partirono tutti gli uomini dai 16 ai 50 anni. Arrivati al fronte le fecero indossare una maglia, un cappello, li misero in mano una lama e li mandarono a comporre le prime linee, visto che abitavano in un villaggio di frontiera.

Morirono quasi tutti, alla prima carica di cavalleria. Il resto mori lo stesso giorno entro il tramonto, ma in maniera più dignitosa, per mano dei torturatori e dei boia, del regno nemico.

Nel villaggio dei Kuda rimasero solo: Le donne, i bambini, gli anziani e il figlio di Kuda Ja, che non era stato chiamato per via delle sue gambe zoppe.

L'imperatore prelevo anche tutti i giovani cavalli dell'allevamento e le loro madri, per rimpinzare le schiere della propria cavalleria. Lasciò solo il capostipite, visto che ormai era troppo adulto e caparbio, per dargli una doma da reggimento.

Quando la guerra finii, del posto dove viveva Kuda Ja non rimase nulla.

Dei Kuda: Padre, figlio e la loro fantastica creatura, non si seppe più nulla.

Tutti i Lord, gli ufficiali, i soldati, fino al più umile servitore, del regno nemico, conoscevano benissimo quel cavallo e tutti erano alla sua ricerca.

Mentre saccheggiavano tutto ciò ché potesse essere tenuto in mano e uccidevano tutto ciò che poteva smettere di vivere, qualcuno del villaggio prima di finire infilzato, fece a tempo a dire al nemico:

-Poco prima che voi giungeste qui, ho visto io quella bestia figlia del tuono. Correva come il suono verso i boschi...

-In groppa aveva i suoi due fratelli umani, che non sembravano per nulla volersi guardare indietro.

-Quel pazzo di Kuda Ja, è l'uomo più fortunato che io abbia mai conosciuto.

Fine.

Spero che questo racconto della categoria "Racconti per l'anima" ti sia piaciuto.

L'ho estrapolato dal libro: "I Maestri raccontano" di Osho.

L'ho riadattato, ma lasciando invariato il suo significato più profondo.

Prossimamente riprenderò in mano questa storia.

Se ci sarai anche tu, scaveremo insieme per estrarne tutti gli aspetti più importanti, per la crescita della nostra consapevolezza.

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