La Meditazione introduzione alle tecniche
Il termine “meditazione” nell’intelletto classico Occidentale, indica un periodo di tempo in cui si è assorti in riflessioni o pensieri profondi, ma se andiamo ad analizzare la parola Sanscrita da cui deriva e cioè: “Dhyana”, scopriremo che il suo significato è “visione”. Sebbene i due significati possano sembrare simili, poiché richiedono entrambe un lavoro puramente mentale, sono invece completamente differenti:
Quello Occidentale, implica uno sforzo mentale atto a riflettere su qualche avvenimento, oggetto o soggetto al passato, presente o futuro, implica un lavoro di logica, di commisurazione. L’utilizzo della mente è prettamente razionale, della parte conscia, delle parole, della matematica, è limitato a ciò che conosciamo come individuo fisico materiale.
Non potrà mai uscire qual cosa di nuovo, di diverso da ciò che abbiamo già fatto e rifatto centinaia di volte, perché andiamo a prendere le informazioni sempre dalla stessa fonte, la parte più piccola e vincolata della nostra mente.
Mentre la meditazione intesa come è il suo senso originale nella parola “Dhyana”, implica una stimolazione della nostra parte mentale inconscia attraverso la visualizzazione. E' dal nostro subconscio che arrivano i vantaggi della meditazione e quindi dalla parte meno logica e razionale di noi stessi.
Sebbene sia irrazionale, il nostro inconscio contiene tutta l’esperienza e il potere per guidarci nelle scelte, farci superare ogni ostacolo e fare accadere ogni nostro desiderio, in quanto è direttamente collegato con quella coscienza che riempie ogni spazio vuoto del nostro universo e che è in grado di sapere ogni cosa, trasformare in meglio e creare situazioni favorevoli, se solo comprendessimo il significato dei suoi messaggi e se solo non lo indirizzassimo male con parole senza senso, che pronunciamo con la nostra mente logica ma inesperta, razionale ma limitata, magari proprio mentre riflettiamo.
Questa secondo me è la prima cosa da spiegare a un Occidentale che decide di seguire un qualsiasi percorso di meditazione Orientale.
Sedendosi in meditazione con in mente il significato Occidentale, non si potrà mai ottenere nulla da essa poiché la si limita in uno stato mentale logico, mentre la vera meditazione va oltre la mente logica, purtroppo certe parole perdono il proprio significato simbolico originale, poiché vengono manipolate da delle menti logiche a cui questi significati non piacciono.
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Perché meditare?
Come ho detto il termine Dhyana da cui deriva meditazione, che è risalente a quasi mille anni prima della nascita di Cristo, si intende uno stato meditativo dove l’unica cosa che conta è la visione.
Ma la visione di cosa?
Il nostro subconscio ha bisogno di metodi di comunicazione diversi dal nostro comune intelletto, il più potente di questi è la visualizzazione, quindi se ad esempio in una tecnica di meditazione l’obiettivo è quello di seguire il nostro processo di respirazione, si può chiedere al nostro inconscio di immaginare, di visionare il nostro respiro come una nebula celeste o dorata, oppure le si può chiedere di immaginare la visione di un vortice di energia rossa nella parte inferiore del nostro bacino in prossimità del perineo, per percepire e quindi prendere coscienza dell’ esistenza del “Chakra Muladhara” una visione interiore quindi, atta a comunicare con il nostro subconscio.
Questa è la base di tutte le tecniche esistenti anche ai giorni nostri. I motivi del perché ci si siede in meditazione possono essere tantissimi, ma il più puro e nobile è sicuramente quello di potenziare la comunicazione con il nostro Subconscio attraverso la sua conoscenza.
Una luce interiore
Questo potere e questa conoscenza hanno un nome, ed è: “Consapevolezza”, la Consapevolezza è la chiave d’accesso ai piani superiori della natura umana.
Secondo le Upanishad che è il testo dove compare la parola Dhyana per la prima volta: l’unica fonte di dolore e imperfezione nel essere umano è la mancanza di Consapevolezza. Questa filosofia ripresa 500 anni dopo da Buddha Sakyamuni, implica che l’unica fonte di gioia e perfezione, è l’abbondanza di Consapevolezza e questa la si raggiunge esercitandola con la meditazione.
L’Induismo da cui hanno origine le Upanishad e Il Buddismo che è nato seguendo le traccie di Buddha, non sono gli unici percorsi o scuole da cui si può apprendere la meditazione.
In quasi tutto il mondo l’uomo ha riconosciuto questo potenziale interiore, la possibilità di migliorare la sua vita accendendo una luce dentro se stesso, nel suo microcosmo.
Quando la tua consapevolezza è allenata grazie alla meditazione, infatti inizi a portare dei cambiamenti positivi alla tua persona e quindi anche alla tua vita, proprio come una lampada, essa porta luce nel oscurità del nostro inconscio.
Questo ci sembra cosi confuso e inappropriato, ma una volta illuminato dalla consapevolezza, esso ci dona una visione chiara della nostra vita.
Quando parlerò di meditazione in questo Blog starò intendendo sempre un impegno della propria consapevolezza per il suo potenziamento, più la nostra consapevolezza è forte e allenata, più è facile raggiungere gli obiettivi benefici che ho precisato nella Home del sito, perché la nostra Coscienza Collettiva sarà carica di consapevolezza.
Per questo nei prossimi post dedicati alla meditazione troverai tantissime tecniche descritte dettagliatamente per far crescere e potenziare la tua consapevolezza, alle quali potrai costantemente accedere scegliendoli in questa pagina del sito
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